top of page

Incontro con il prof. Umberto Galimberti

Incontro “Senza parole” durante la XXIII del Festival Della Filosofia

Umberto Galimberti, professore emerito di Filosofia della storia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha tenuto l’incontro “Senza parole” durante la XXIII del Festival Della Filosofia.
A Carpi, in piazza Martiri, ha presenziato una lezione affrontando varie tematiche strettamente correlate al tema principale, la parola.
Il titolo scelto non è casuale, poiché tutte le parole da noi usate appartengono a mondi che non esistono più. Facendo riferimento dapprima agli antichi greci, descrive come essi avessero una potentissima etica basata sul limite, poiché erano consapevoli di essere uomini mortali. Tuttavia i Greci credevano di dipendere esclusivamente dalla natura, sfondo immutabile, tanto da incatenare il dio della tecnica Prometeo, che si basava sulla razionalità. Tale visione venne smentita dai Cristiani, che diffusero la concezione della Resurrezione. L’uomo cristiano è figlio di Dio e concepisce la vita a lungo termine. Galimberti sostiene che parole come “speranza”, “auspicio”, portino solo passività. Questa visione antropocentrica dell’individuo cristiano si contrappone alla tecnica dato che non dipende dal tempo che scorre. Queste ideologie sono smentite nei secoli successivi con lo sviluppo della scienza: nella prima metà del XVI secolo Niccolò Copernico introduce il sistema eliocentrico “E in mezzo a tutto sta il sole”. Successivamente, con la nascita della scienza moderna e l’affermazione di Cartesio, l’uomo perde la sua dipendenza dalla natura. In età contemporanea grazie al pensiero di Darwin, Freud, Nietzsche, Gilbert, Einstein e Heisenberg nasce l’ideale di chi pensa bene vede bene, che viene immediatamente smentito dal nazismo. Durante il periodo storico del secondo conflitto mondiale si raggiunge la più alta forma di razionalità: siamo tutti diversi per la qualità della nostra irrazionalità. Nasce, così, la tecnica, che perde la sua funzionalità di mezzo per diventare soggetto del mondo e non più oggetto di una nostra scelta. La tecnica è utile per sorreggere ideologie ed è per questo che si contrappone alla visione a lungo termine escatologica, cristiana e marxista. La tecnica mette in moto un cambiamento così radicale del mondo da mettere in crisi la politica. La tecnica ha l’obiettivo di potenziare noi stessi, e non renderci mezzo per raggiungere qualcosa, perchè si tratta di efficienza. Galimberti conclude il suo discorso riallacciandosi alla sua ultima opera, in cui il protagonistaè il viandante che non ha ne mete ne visioni escatologiche.
È consapevole di appartenere alla periferia del Sistema Solare inserito in una galassia e in un qualcosa di ancora più grande di noi.

Alunni 4L 2023_24

bottom of page