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Ing. Algeri Marino

L’ingegner Algeri Marino è nato il 14/5/1894 a Casoli, un piccolo paese della provincia di Chieti e non avrebbe mai immaginato, per il suo carattere umile e schivo, che, un giorno, il mondo della scienza gli sarebbe stato grato per le intuizioni e le scoperte nel campo delle Telecomunicazioni e della Automazione.
Grazie alla collaborazione tra la Scuola Superiore “Algeri Marino” di Casoli, l’Università de L’Aquila e il corpo dell’Aeronautica Militare si sta cercando da alcuni anni di riportare alla luce quanto realizzato e lasciato in eredità dall’ingegner A. Marino che, inspiegabilmente, sono rimasti per molto tempo nel dimenticatoio.
Da circa dieci anni il mondo della ricerca e della cultura sta dedicando alla figura dell’ingegner A. Marino numerosi convegni ai quali sono accorsi professionisti di stampo internazionale e non, con la finalità di comprendere l’importanza di un uomo che, il 12/10/1967 fu definito dall’allora Ministro delle Poste e Telecomunicazioni Giovanni Spagnolli, “l’apostolo dell’elettronica” (Convegno delle Comunicazioni a Genova in cui Marino venne insignito della medaglia d’oro). 
L’opera dell’ing. Marino risulterà fondamentale per la ricostruzione del laboratorio di Guidonia distrutto dai bombardamenti tedeschi durante la II Guerra Mondiale,  laboratorio in cui Algeri Marino, in qualità di Direttore della D.D.S.E. (1934/1943), realizzò diverse apparecchiature radio-elettriche necessarie alla difesa terrestre ed aerea, apparecchiature di qualità non inferiori a quelle delle nazioni più progredite.
Il 20 Aprile 2018 è stato stipulato a Casoli un Accordo di cooperazione e di amicizia in ambito culturale, sociale, sportivo, turistico e scientifico tra i comuni di Casoli e di Guidonia proprio in ricordo dell’illustre ingegnere.
Marino, già da ragazzino, dimostrava attitudini alla ricerca scientifica tanto che, a soli 18 anni, esordì sulla rivista “La lumiere electrique” descrivendo un sistema di trasmissione elettrico delle immagini da lui stesso ideato, ponendo inoltre il problema della segretezza delle comunicazioni elettriche; immaginò un sistema di comunicazioni basato sulla localizzazione simile a quello che molti anni dopo sarebbe diventato il sistema GSM.
Per la sua notevole preparazione durante la Prima Guerra Mondiale (1916), in qualità di ufficiale del Genio, gli furono affidati incarichi nella sezione Radiotelegrafica Aeronautica presso le basi di Carnia di Isonzo e Venezia ed a 23 anni diresse, a Roma, il laboratorio radio dell’aeronautica (1917). Progettò i trasmettitori a scintilla TAV e MNN, che hanno trovato larghissimo impiego nell’aviazione da ricognizione e i primi trasmettitori a tubi elettronici che, in seguito, furono impiegati nei dirigibili.
Si laureò brillantemente il 1/12/1919 in Ingegneria Civile con specializzazione in Elettrotecnica e, conosciamo, da testimonianze orali, che gli ultimi esami sostenuti furono dei veri e propri dibattiti in cui A. Marino riusciva ad incantare la platea con il suo ingegno e le sue straordinarie conoscenze.
Dopo la laurea in ingegneria nel 1919, si impegnò nello sviluppo di trasmettitori a scintilla e dei trasmettitori a tubi elettronici usati nelle spedizioni artiche, in particolare dei dirigibili “Norge” e “Italia”. 
Nella spedizione del “Norge” (maggio 1926), Algeri Marino partecipò alla costruzione degli apparati di bordo; nella spedizione dell’”Italia” (maggio 1928) realizzò l’antenna per le onde corte con due conduttori fissi uscenti dalla cabina radio, l’antenna per le onde medio-lunghe, gli apparati di bordo e migliorò la radio campale ONDINA 33 per mezzo della quale Giuseppe Biagi riuscì a lanciare l’SOS. 
Il generale U. Nobile, in tutti i suoi scritti, definì la collaborazione con l’ing. Marino  preziosa e risolutiva per i problemi inerenti le apparecchiature di bordo, utilizzate per le radiocomunicazioni e radiogonometrie.
Promosso Maggiore il 18/6/1928 fu trasferito alla Direzione Superiore Studi ed Esperienze di Guidonia il 1 maggio 1929, ove, nel 1934, fu nominato Direttore del Laboratorio Radioelettrico.
Marino era l’anima di quell’organizzazione e, benchè la Divisione Radioelettrica avesse dimensioni limitate non temeva confronti. 
Era ripartita in quattro sezioni: Trasmettitori-Radioricevitori, Radiogoniometri, Misure e telefoni, Applicazioni speciali.
Il risultato di queste attività furono apparecchiature radioelettriche di bordo e di terra, radiogoniometri, ricetrasmettitori, radiotrasmettitori, dispositivi di guida ed assistenza al volo, apparecchi per la intercettazione e il disturbo dei radiotelemetri avversari, radiotelemetri per aeroplani da ricognizione marittima e per il tiro contraereo. Le realizzazioni più importanti sono state l’ARGO, l’ARGHETTO o VESPA e il LEPRE. Fondamentale fu la scoperta del IFFidentification friend or foe. 
Nel 1929 gli venne conferito il 1° premio della Fondazione “Giorgio Montefiore” di Liegi.
Nel Febbraio 1931 fu nominato Membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel Comitato Nazionale per la Radiotelegrafia, ottenendo nel 1932 la medaglia d’oro per le sue pubblicazioni, nel 1933 fu nominato Tenente Colonnello per merito straordinario e Colonnello nel 1938, membro del “COMITATO NAZIONALE PER RADIOTECNICA E LE TELECOMUNICAZIONI” nel 1940. 
Con il bombardamento di Guidonia, le dimissioni di Mussolini e la fine della guerra, terminò anche il servizio attivo nell’Aeronautica, infatti con il grado di Maggiore Generale venne collocato in ausiliaria il 31/12/1945, Tenente Generale nel 1950 e posto in riserva nel 1954.
La disfatta della Seconda Guerra Mondiale pose fine alle attività del professor Marino in questi campi: il laboratorio di Guidonia fu distrutto dalla forza di occupazione tedesca e lo scienziato dovette allontanarsi da Roma e rifugiarsi a Casoli, suo paese natale.
Non tutti i risultati conseguiti in venti anni di lavoro andarono perduti: la possibilità di poter contare su tecnici preparati e su validi laboratori fu un fattore determinante nella decisione presa dal governo, nell’immediato dopoguerra, di opporre un netto rifiuto nell’affidare ad industrie straniere il progetto e la ricostruzione della rete telefonica italiana.
Terminata la guerra, nel 1948 vinse il concorso per la cattedra di Comunicazioni Elettriche presso l’Università di Roma ed impostò il suo corso in maniera moderna ed originale tanto che le sue dispense redatte in forma semplice e chiara furono giustamente considerate un’opera di notevole valore.
Nel 1951 divenne presidente del Consiglio Superiore delle Telecomunicazioni.   
Nel 1958 creò presso la facoltà di ingegneria dell’Università, l’Istituto di Elettronica di cui fu il direttore fino all’epoca del suo collocamento fuori ruolo per limiti di età nel 1964.
L’ing. Marino pianificò il corso di studi del nuovo corso di laurea in Elettronica e si occupò dell’aggiornamento e della ristrutturazione dei corsi di specializzazione in Telecomunicazioni della scuola superiore di telegrafia e telefonia insegnando egli stesso per molti anni.
L’introduzione della tecnica dei ponti radio, permise la realizzazione del ponte radio Roma - Pescara che costituì il primo esempio in Europa di cavo herziano a grande traffico con 600 canali per fascio radio e che costituì un notevole passo avanti anche rispetto alla tecnica americana più progredita, in quanto fu introdotto, per la prima volta nel mondo, il tubo ad onda progressiva che aprì la via a nuovi importanti orizzonti. 
L’attività dell’ing. Marino in seno al CSTT non si è limitata solamente ai problemi di telecomunicazioni per servizi telefonici e telegrafici tra utenti della rete nazionale e internazionale a piccole, medie e lunghe distanze ma si è manifestato anche con risultati di notevoli interesse nei riguardi della radiodiffusione e del servizio di televisione (rendendo possibile l’avvio in Italia della televisione in bianco e nero prima che in altre nazioni europee). Inoltre lo scienziato pose le basi dei collegamenti a mezzo di cavi sottomarini e quelli basati sull’uso dei satelliti artificiali radioelettrici attivi e passivi.
Fu presidente della “Fondazione Ugo Bordoni”, organizzazione che incoraggia gli studi sulla comunicazione, per quindici anni fu Presidente della Rassegna Internazionale presso l’EUR a Roma; la raccolta dei suoi discorsi di inaugurazione dei Congressi Scientifici costituisce una documentazione di eccezionale interesse circa l’evoluzione dell’elettronica e delle telecomunicazioni, da lui anticipata.
Perseguì la continua e proficua qualificazione professionale, attraverso il livello stesso delle sue ricerche e di un’intera classe di ricercatori scientifici. 
Nel 1952 fu nominato “Grande UFFICIALE ORDINE AL MERITO della Repubblica Italiana”.
Particolare attenzione rivolse ai problemi della ricerca per quanto riguarda l’Automazione: fu il primo in Italia a richiamare l’attenzione sui problemi riguardanti questarilevante branca della tecnica, a dare impulso ed attività di studio di indagine, di ricerca, ad ispirare iniziative ed a seguirne gli sviluppi.
Nell’aprile 1956 promosse come CNR il PRIMO CONVEGNO INTERNAZIONALE sull’AUTOMATISMO a Milano e la costituzione, all’interno del  CNR, di una Commissione per l’Automazione, di cui Ruberti e Lepschy furono chiamati a far parte come “segretari tecnici”.
Grazie all’ing. Marino l’Italia è stata tra i primi 8 paesi al mondo a far parte dell’IFAC “International Federation of Automatic Control”, permettendo al nostro Paese di dare un contributo d’eccellenza nel campo della scienza e della tecnologia del controllo.
Il prof. Marino aveva idee, che potremmo definire “comunicazionistico-centriche” che lo portarono a guardare unitariamente al campo dell’Ingegneria dell’Informazione, includendo i “servomeccanismi” fra i sistemi di telecomunicazione, accanto a quelli “punto a punto” ed a quelli di radiodiffusione circolare. 
La definizione di “Automazione” da lui data è quella ancora oggi accettata a livello mondiale.
Nelle sue conferenze anticipò il problema della disponibilità di mezzi finanziari adeguati da reperire e da poter investire nell’Automazione (quella che poi oggi è chiamata “piano Industria 4.0”).
Nel pensiero di Algeri Marino vi era la centralità della comunicazione che si esplicava non solo tra gli operatori, ma anche tra gli oggetti: egli riteneva che le discipline quali l'Elettronica, l'Informatica, l'Automatica, Elettrotecnica e persino la Meccanica dovessero rientrare in quella più generale della Comunicazione.
Queste idee trovano ora, nell'era digitale, applicazione in quello che è nel paradigma di “Internet delle Cose”, che ha come principale prospettiva di sviluppo le “Smart Cities”, le “Smart Communities” e lo “Smart Manufacturing”.
Marino affermava che “Il problema fondamentale dell’automatizzazione è quello della determinazione del modello elettrico corrispondente ad una determinata catena …”, concetto che oggi si concretizza nel “digital twin”. Inoltre, affrontò anche gli aspetti e il problema della formazione della mano d’opera e dell’insegnamento universitario e industriale in scenari ove la paura della perdita di posti lavoro a seguito di una crescita dell’automazione dei processi nel tempo prospettavano un futuro buio per i lavoratori.
L’ultimo scritto di Algeri MARINO, intitolato “INTRODUZIONE ALLA TEORIA DELLE INFORMAZIONI E DEI PROCESSI INFORMATIVI”, affronta i seguenti argomenti:
1)    Metodi di generazione delle informazioni,
2)    Trasformazione delle informazioni e trasmissione con diverse apparecchiature,
3)    Interpretazione con mezzi e metodi adeguati per l’utilizzo immediato da parte degli individui o cose;
ponendo le fondamenta di un’altra nascente disciplina: l’informatica.
La morte lo colse all’improvviso, nella sua casa di Roma, il 4 dicembre 1967 quando ancora molto avrebbe potuto dare nel campo della ricerca.
“La sua immensa capacità di lavoro, le sue profonde conoscenze tecniche, le sue doti umane, gli avrebbero consentito di ricoprire posti infinitamente più remunerativi o di coltivare con successo ambizioni politiche, ma egli preferì dedicare tutta la sua attività alla scienza ed al suo Paese. A lui va la riconoscenza e l’affetto di tutti noi che coltiviamo le discipline che gli erano care ed a cui la sua opera ha reso più facile il cammino e più fecondi i risultati” – Prof. Ing. Maurizio Federici.

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