Scambio Casoli - Perth
Perth - Agosto 2024
RITORNO ALLE ORIGINI : Emozioni di un viaggio
La mia avventura in Australia è iniziata in una caldissima mattina di metà agosto, quando ho incontrato nel parcheggio di fronte alla scuola la preside, Costanza Cavaliere, e una sua gentile cugina, che ci ha accompagnate a Lanciano. Qui abbiamo preso il pullman diretto a Fiumicino, insieme a quattro studenti, Giada, Rosaria, Marco e Michele, e al collega Rocco Iezzi. Siamo arrivati all’aeroporto intorno alle 13:00 e abbiamo aspettato il nostro volo previsto per le 15:45. Nell’attesa leggevo negli occhi dei ragazzi delle emozioni contrastanti, euforia e preoccupazione, le stesse che sentivo dentro di me. Il viaggio è stato lunghissimo tra ore effettive di volo e scalo a Dubai, tuttavia tranquillo. Nella prima parte non sono riuscita a chiudere occhio, nonostante la stanchezza accumulata nei giorni precedenti. Mi sono divertita a monitorare il volo attraverso il display di fronte a me e ho passato il tempo a sperimentare i comfort dell’aereo e a scambiare qualche chiacchiera con Rocco e con la preside. Dopo lo scalo a Dubai, durante il viaggio fino a Perth, ho cercato, invece, di riposare e di dormire. All’aeroporto di Perth siamo giunti nel tardo pomeriggio del 13 agosto.
Qui, superati i rigidi controlli di sicurezza, siamo stati accolti dalle famiglie degli studenti ospitanti e da Bianca Petale e Nadia Ranieri, rispettivamente la nostra collega e referente della Willetton Senior High School e una degli abruzzesi residenti in Australia che supportano attivamente lo Scambio culturale tra le scuole di Canning e di Casoli. Bianca e Nadia ci hanno accompagnato nel residence, che sarebbe diventato la nostra confortevole casa per venti giorni. I ragazzi hanno, invece, iniziato la loro convivenza con le famiglie australiane. Il giorno seguente ci siamo recati a scuola, dove abbiamo conosciuto le altre colleghe del Dipartimento linguistico coinvolte nello scambio, Kylie e Luisa. Queste ci hanno offerto una colazione di benvenuto e presentato il preside, il signor Trevor Hunter, poi ci hanno fatto conoscere alcuni spazi dell’istituto, un enorme campus di oltre duemila studenti. La scuola superiore in Australia è organizzata in dipartimenti e prevede 6 anni di studio, dal settimo al dodicesimo, nel corso dei quali ogni studente porta a compimento il proprio percorso formativo, con discipline obbligatorie e discipline a scelta, a seconda delle proprie propensioni e dei propri obiettivi di vita. La didattica è prettamente laboratoriale e cooperativa e gli studenti si spostano da un’aula all’altra, a seconda della lezione che devono seguire. La sera siamo stati ospiti a cena nella casa dei signori Fini. Mr. Tony Fini, così conosciuto in tutta Perth, è un simpatico novantatreenne originario di Casoli, immigrato negli anni Cinquanta in Australia, dove ha costruito un’enorme fortuna nel campo dell’edilizia e dove ha conosciuto Nadia, anch’essa abruzzese, di Guardiagrele, che in seguito è diventata la sua compagna di vita. Tony e Nadia ci hanno accolto calorosamente, facendoci conoscere anche Maria Rosaria Francomacaro, una docente italiana attualmente impegnata in uno stage lavorativo presso l’Università di Perth e un altro nostro punto di riferimento durante il soggiorno australiano. Grazie a Maria Rosaria, infatti, abbiamo conosciuto padre Giancarlo, un missionario italiano, sacerdote presso la basilica di Saint Patrick a Fremantle, la zona portuale di Perth, forse la parte più storica della città. Qui nel secondo dopoguerra sbarcarono numerosi italiani per ricominciare la loro vita in un altrove, che in seguito avrebbe donato benessere, ma che allora riservò loro diffidenza e tante difficoltà da affrontare. A testimoniare la massiccia immigrazione di italiani a Fremantle ci sono le Welcome Walls, che recano i nomi di tutti coloro che arrivarono in Australia in cerca di una vita migliore. Si tratta di un vero e proprio memoriale e a scorrere quei nomi si provano i brividi. Fremantle è probabilmente il luogo dell’Australia che si avvicina di più alla nostra concezione di città. Ci sono chiese, negozi, locali (molti dei quali italiani), architetture del periodo coloniale, una ex prigione detta Round House, per la sua caratteristica forma circolare, un monumento alle vittime delle guerre, le navi del porto. Proprio il porto è teatro della Blessing of the fleet, la benedizione della flotta, che si tiene nell’ultima domenica di ottobre e ricorda molto le nostre feste di paese. La celebrazione, introdotta da una comunità di pescatori originari di Molfetta nel 1948, è dedicata alla Madonna dei Martiri, la cui statua viene portata in processione fino a raggiungere il porto. Fremantle è anche sede dell’importante Università di Notre Dame, che abbiamo avuto il piacere di conoscere proprio grazie a padre Giancarlo. Questi, infatti, oltre a svolgere il suo ruolo di parroco impegnato su più fronti, a cominciare da quello sociale, è anche il cappellano dell’università. Sempre a Fremantle e sempre grazie a Maria Rosaria, siamo stati ospiti di Radio Fremantle, in una trasmissione radiofonica, dal titolo Hashtag Italia, che va in onda tutti i giovedì pomeriggio ed è interamente in italiano. La conduttrice italiana, Ada Guglielmino, ci ha gentilmente offerto uno spazio per un’intervista sulla nostra esperienza professionale e umana in Australia. Un’altra famiglia italiana che ci ha accolti in Australia è quella di Joe Delle Donne, originario di Taranta Peligna, e di sua moglie Sarina, siciliana di nascita. Joe ha ricoperto anni fa la carica di Sindaco di Canning, l’articolazione amministrativa in cui sorge la Willetton High Senior School, e nel 2012 fu uno dei fautori del gemellaggio tra il Comune di Casoli e quello di Canning e uno dei sostenitori dello scambio culturale tra l’Algeri Marino e la Willetton. Proprio per il ruolo avuto a suo tempo, Joe ci ha fatto conoscere, insieme a sua moglie, la parte più istituzionale di Canning, con il Municipio e il Leisureplex, un grande centro ricreativo con annessa biblioteca. Durante la nostra ultima mattina a Perth ci ha, inoltre, anche presentato il Console italiano a Perth, che è molto vicino ai suoi connazionali lì residenti ed ha con loro frequenti contatti. Joe e Sarina, con Tony e Nadia, ci hanno anche fatto da guide nella nostra uscita nel Deserto dei Pinnacoli e presso l’azienda olivicola Gingin, ex proprietà di Tony Fini.
Il deserto è uno di quei luoghi che fanno dell’Australia una terra così affascinante. Una distesa di sabbia situata nei pressi della località marittima di Cervantes, con radi arbusti e disseminata dei cosiddetti pinnacoli, sulla cui origine non si conosce molto, ma che attirano il visitatore per la loro strana conformazione e che si stagliano sullo sfondo dell’oceano. Un’altra caratteristica del paesaggio australiano è la presenza del verde, quello dei grandi parchi e giardini zoologici, come Kings Park o il Caversham Wildlife Park a Perth o l’Orto botanico a Melbourne, straordinari per la grande biodiversità che custodiscono. Oltre a piante autoctone, come l’eucalipto e il baobab australiano, il patrimonio naturale dell’Australia comprende animali tipici, come il canguro, il koala, il wombat e il quokka. Quest’ultimo è un marsupiale, di cui abbiamo incontrato numerosi esemplari nella nostra escursione a Rottnest, un’isola quasi completamente selvaggia e circondata dall’Oceano Indiano. La presenza di verde e di acqua, non solo dell’oceano, ma anche dei fiumi Swam e Yarra, che bagnano rispettivamente Perth e Melbourne, si integra perfettamente tra le architetture moderne del centro di queste due città, dominato da grattacieli e palazzi di vetro. Entrambe sono città multiculturali, con luoghi di culto di fedi diverse e i più svariati locali e ristoranti, e offrono numerose attrattive per il visitatore: il National Museum of Victoria e lo Zoo a Melbourne, la Biblioteca nazionale e il Museo a Perth. Qui è presente, come nel Museo di Melbourne, un’ampia sezione dedicata all’arte aborigena. Il tentativo di conoscere più approfonditamente la cultura aborigena è stato uno degli aspetti caratterizzanti il nostro viaggio. Dagli aborigeni, infatti, prende avvio un progetto, che è parte integrante dell’offerta formativa dell’Algeri Marino e di cui abbiamo parlato anche ai nostri colleghi australiani. Il progetto s’intitola Cantare i luoghi e nasce proprio dalla tradizione dei canti aborigeni, che, secondo quanto afferma lo scrittore e viaggiatore inglese, Bruce Chatwin, nel suo libro Le vie dei canti, sono mappe del territorio e solo chi li conosce può rafforzare il suo legame con la terra. Il nostro progetto, a partire dalla tesi di Chatwin, si pone come finalità quella di avviare gli studenti alla conoscenza della loro terra di appartenenza, tramite la letteratura. E a proposito di terra d’origine, noi in Australia la nostra Italia non l’abbiamo mai dimenticata. Abbiamo avuto contatti con tanti italiani che vivono in Australia. A Melbourne siamo stati anche in visita presso la Casa d’Abruzzo, un’importante associazione che riunisce oltre 2000 iscritti e rappresenta per loro un luogo d’incontro e un simbolo identitario. A Perth, insieme ai nostri studenti, inoltre, siamo andati in visita presso le Associazioni Dante Alighieri e Italo, che svolgono entrambe un ruolo importante nell’insegnamento della lingua italiana e, per quanto riguarda la Italo, anche nel supporto sociale a persone bisognose. Sempre sul versante della didattica, noi docenti abbiamo visitato, oltre all’Università di Notre Dame a Fremantle, la Melbourne University. Qui, in occasione di un open day, abbiamo avuto modo di partecipare a laboratori e workshops, soprattutto nei dipartimenti di carattere scientifico e tecnologico. A Perth, invece, ha sede la University of Western Australia, dove ci siamo recati insieme ai nostri studenti e alle colleghe italiane. L’impressione che ho avuto come docente è che il sistema scolastico e universitario australiano, in un contesto economico e sociale fortemente pragmatico e poco teorico, siano molto votati a favorire l’acquisizione di competenze e che essi diano più valore al saper fare che al sapere. Ne consegue che le discipline umanistiche, la cui utilità e spendibilità nel mondo del lavoro sono meno tangibili, abbiano un peso minore rispetto a quelle tecnico-scientifiche.
Così, il 30 agosto, dopo una piacevole serata trascorsa in compagnia di una delle famiglie ospitanti, è arrivato il momento di ripartire per l’Italia. Nei nostri bagagli oggetti e souvenir da portare ai nostri cari, belle esperienze vissute, racconti e ricordi da custodire, la felicità di tornare a casa, ma anche tanta nostalgia. Perché a quella terra e a quelle persone ci siamo affezionati, tanto che le abbiamo salutate con gli occhi pieni di lacrime e nella speranza di rivederle presto.
Francesca Di Benedetto