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PREMIO ALGERI MARINO

Sebastiano A. De Laurentiis

2017

Il valore della ricerca artistica di Sebastiano A. De Laurentiis è tutto nel suo Genius Loci. Questo è quanto caratterizza l'intero lavoro o ciò che l'artista desidera rappresentare fin dagli esordi osservando meticolosamente, prima, e restituendo in una esplorazione accanita, poi, l’Incanto del Paesaggio abruzzese. Nelle sue opere o installazioni troviamo il paesaggio delle proprie radici, quello che già fu caro a Francesco Paolo Michetti, come allo stesso Gabriele D’Annunzio, quando ne rappresenta, il primo, la natura e il dramma spesso popolare con opere quali Le Serpi, Gli Storpi, ecc., o anche nedeclama, il secondo, i versi solenni e poetici ne La Figlia di Iorio.

Le radici di De Laurentiis affondano dunque nel paesaggio italiano agricolo da dove egli trae ispirazioni e spunti, per produrre “strappi” incisivi che compongono opere simili ad affreschi. Di sicuro, e in ognicaso, non si rimane mai indifferenti di fronte al contatto con una qualsiasi delle sue opere. Questo semplicemente perché la visione del lavoro è ancestrale, parla di Noi, di chi siamo, di dove andiamo o da dove veniamo. La sua ricerca è una grande sintesi, a oltre un secolo dagli Impressionisti chedipingevano En plain Air e il cui scopo era quello di registrare l’effettoluce del paesaggio, in diverse ore della giornata, effetto o punto di osservazione oggi totalmente mediato dalla fotografia. Quella di DeLaurentis è una sintesi estrema, a debita distanza anche dal ready made di Marcel Duchamp, che con la Fontaine, ovvero con l’Orinatoio, e con la Ruota di bicicletta portati ed esposti nel museo, diede il via, un secolo fa, a ricerche sfociate successivamente nell’Arte Concettuale, nell’Arte Povera, fino alla Land Art e alle performance, le Correnti alle quali è ascrivibile la solennità e l'importanza delle opere di De Laurentiis, nato a Roccascalegna.

Grandi temi o filoni caratterizzano la vasta produzione dell'artista, con titoli quali “Pozzanghere”, “Viaggio alla Mecca”, “Fertilità”, “La casa del Melograno”. Questa, proprio, tra le sue produzioni più recenti è la suggestiva ed emozionante, vibrante casa-canneto, che racchiude e custodisce, come in un tempio o in un giardino zen, una pianta dimelograno.Ed è quanto pare ci sia da salvare oramai della nuova drammaticità del mondo, secondo la visione dell’artista. Egli indirettamente e in sintesi ci sta indicando la Via, o la verità, semmai l'arte avesse in sé una “funzione”. Senza mancare subito di sottolineare quanto si resti incantati di fronte alle sue molteplici opere che hanno come materia prima il grano, raccolto in messi o composto, stelo dopo stelo, come le tessere di un mosaico, da cui svetta l'oro o affiora la luce dorata delpaesaggio.

Ispirato circa venti anni fa dall’idea della nascita di un museo a cielo aperto per l’arte contemporanea, De Laurentis ha iniziato a promuovere nel territorio abruzzese il progetto Arte-Natura, dove ha coinvolto artisti internazionali noti che hanno aderito e risposto con opere di rilievo o con lavori che oggi costituiscono un parco d’arte lungo i paesi montani della Majella. Questo patrimonio merita diessere custodito e curato dalle istituzioni, in una auspicabile immediata Rete del Contemporaneo.Termino questo breve excursus avvertendo che l’Arte contemporanea, quella cioè contemporanea a ogni epoca, non è mai compiacente. Anzi...! E questo perché ogni Contemporaneo - dall'arte alla poesia, al cinema, ecc. - è conturbante, perché inquietanti sono le epoche e le relative società che lo producono. L’artista ne è il filtro dai larghi fori, ispirato in via privilegiata da visioni illuminate

Sebastiano A.  De Laurentiis
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