Teresa Manes
Un grido contro il bullismo e il cyberbullismo
A gennaio 2025, noi studenti e docenti dell'Istituto Algeri Marino di Casoli avremo l'onore di incontrare Teresa Manes, madre di Andrea Spezzacatena, un ragazzo di 15 anni la cui storia ha scosso e commosso profondamente il nostro Paese.
Andrea è stato vittima di bullismo e cyberbullismo e la sua tragica vicenda è un invito a riflettere sull'importanza di contrastare la prepotenza e l'indifferenza.
Questo incontro non sarà solo una testimonianza, ma un'importante occasione per imparare a essere più gentili e attenti verso chi ci sta accanto.
Teresa Manes è una donna straordinaria che ha trasformato il dolore più grande della sua vita, la perdita di suo figlio, in un impegno concreto per sensibilizzare giovani e adulti.
Dopo il suicidio di Andrea, avvenuto nel 2012, a causa di continue prese in giro e umiliazioni, Teresa ha deciso di non rimanere in silenzio.
Con la forza di una madre che ha vissuto il dolore della perdita e la determinazione di chi vuole fare la differenza ha scritto il libro Andrea, oltre il pantalone rosa, in cui racconta la storia di suo figlio, il suo carattere, la sua sofferenza e la sua tragica fine.
Il messaggio di Teresa non è solo un tributo a Andrea, ma anche un grido di speranza.
Il suo obiettivo è educare le persone a riconoscere i segnali di chi sta soffrendo, a non ignorare mai chi si trova in difficoltà e a combattere ogni forma di bullismo e discriminazione. La forza e la determinazione di Teresa sono diventate un simbolo di resilienza e di impegno per costruire una società più empatica e rispettosa.
La storia di Andrea
Andrea Spezzacatena era un ragazzo di 15 anni, amato e apprezzato da chi lo conosceva, cresciuto in una famiglia affettuosa con i genitori Teresa e Tommaso.
Nonostante le difficoltà del rapporto tra i genitori, che erano passati da un amore iniziale a una separazione, Andrea era rimasto un ragazzo solare e appassionato di musica.
La sua passione per l'Ave Maria di Schubert gli dava conforto e serenità.
Era uno studente brillante e studioso, ma anche un po' timido e non aveva molti amici. L'unica amica stretta era Sara, una compagna di classe che gli stava vicino nei momenti difficili.
La vita di Andrea cambiò drasticamente quando entrò al liceo, un ambiente in cui si sentiva più vulnerabile e insicuro. Nonostante la sua intelligenza e sensibilità, il desiderio di essere accettato lo portava a cercare l'approvazione, in particolare da parte di Christian, un ragazzo più grande e popolare della scuola. Christian inizialmente divenne un amico di Andrea, trascorrendo del tempo con lui, allenandosi nella pista di atletica e cantando nel coro scolastico. Andrea era felice e sperava che questa amicizia potesse durare, portandogli la sensazione di essere accettato.
Purtroppo, le cose cambiarono. Christian, per mantenere la propria posizione di leader e per essere amato da tutti, iniziò a unirsi ad altri ragazzi per prendere in giro Andrea.
Quella che era iniziata come un'amicizia si trasformò in una serie di umiliazioni e prese in giro. Andrea si sentiva sempre più solo e triste, ma cercava di nascondere il suo dolore dietro a un sorriso. Il malessere aumentò quando, un giorno, trovò scritto sulla lavagna della classe un'offesa: "checca catena". Questa frase lo ferì profondamente e segnò l'inizio di un periodo di sofferenza crescente.
Il momento più doloroso per Andrea arrivò quando, per esprimere il proprio coraggio e la propria autenticità, andò a scuola con un paio di pantaloni rosa regalati da sua madre, che erano diventati di quel colore a causa di un lavaggio sbagliato.
Per lui indossarli era un atto di orgoglio e di affermazione della propria individualità, ma divenne anche un pretesto per i bulli per prenderlo in giro pubblicamente.
Le umiliazioni iniziarono subito e si intensificarono quando la scena fu filmata e condivisa sui social media, diventando virale. Questa esposizione pubblica, accompagnata dalle prese in giro e dai commenti crudeli online, fu un colpo devastante per Andrea, che cominciò a chiudersi sempre più in se stesso e a perdere la voglia di studiare e di reagire.
Nonostante l'amore e il supporto della sua famiglia, che si accorse in parte del suo disagio, Andrea si sentiva isolato e incompreso. La sua sofferenza era amplificata dalla violenza psicologica e dal cyberbullismo, la sua esistenza era diventata insopportabile.
Verso la fine dell'anno scolastico, Andrea affrontò un ulteriore e doloroso episodio.
La scuola stava organizzando la festa di fine anno, un evento che avrebbe dovuto essere un momento di gioia, ma che si trasformò in un incubo per lui.
I suoi compagni, che ormai lo prendevano di mira continuamente, lo ingannarono, facendogli credere che tutti gli studenti avrebbero partecipato a un gioco divertente. Andrea accettò di partecipare nella speranza di sentirsi accettato, ma quando arrivò il momento, si ritrovò solo lui vestito con abiti e trucco umiliante, da donna di strada.
La scena fu filmata e condivisa sui social media, diventando virale.
Questa umiliazione pubblica fu un colpo devastante e minò definitivamente la sua autostima.
Nonostante l'amore e la comprensione della madre Teresa, Andrea si trovava ormai in una spirale di dolore e solitudine. Nel giorno del suo quindicesimo compleanno, dopo aver festeggiato con la sua famiglia e tagliato la torta, compì un gesto che lasciò Teresa senza parole: lo abbracciò in modo molto caloroso, come se volesse dirle qualcosa di profondo e silenzioso. Quella fu l'ultima volta che Teresa vide suo figlio. La sera stessa, Andrea prese la tragica decisione di togliersi la vita.
La morte di Andrea lasciò la famiglia, la scuola e la comunità devastate e scosse.
La madre di Andrea non è rimasta in silenzio di fronte a questa tragedia. Ha trasformato il dolore e la perdita in un impegno per sensibilizzare gli altri sul bullismo e sul cyberbullismo, diventando una voce di speranza e di educazione per evitare che altre persone soffrano come Andrea.
Teresa ha scritto il libro Andrea, oltre il pantalone rosa, in cui racconta i fatti con l'amore e la profondità di una madre che havisto la sofferenza di suo figlio. L'opera è un grido d'allarme e un messaggio di speranza, un invito a riflettere sulla necessità di ascoltare e comprendere chi ci sta vicino e di agire contro la cultura della prepotenza e del disprezzo.
La storia di Andrea Spezzacatena e l'impegno di sua madre Teresa sono un esempio potente di come il coraggio e la resilienza possano emergere anche nei momenti di dolore più profondo. Questa vicenda ci insegna quanto sia importante combattere il bullismo e il cyberbullismo per costruire una società più empatica e inclusiva.